
Abbronzatura dopo la chirurgia estetica: consigli di protezione
Abbronzatura dopo la chirurgia estetica
In arrivo l’estate, con i bagni di sole e la tintarella: ma cosa sappiamo dell’abbronzatura dopo la chirurgia estetica? Quali sono i benefici e quali i rischi?
L’abbronzatura riduce le cicatrici o le amplifica?
Se ci si è sottoposti ad un intervento di chirurgia estetica, come l’aumento del seno o un’addominoplastica, è facile che si pensi a come ridurre le cicatrici chirurgiche e migliorarne la consistenza e l’aspetto. Sebbene esistano procedure non chirurgiche minimamente invasive che possono aiutare con cicatrici prominenti o cheloidi, possono essere costose e richiedere tempi di inattività aggiuntivi. Per migliorare l’aspetto delle cicatrici della chirurgia estetica, dunque, alcuni pazienti ricorrono all’abbronzatura come soluzione, ma: è sicura o consigliata? Di norma, le cicatrici di chirurgia estetica vengono ipopigmentate una volta completata la fase di maturazione ma, uno studio su pazienti con pigmenti più scuri e più chiari che avevano cicatrici da chirurgia estetica, ha rilevato che un’eccessiva esposizione al sole può portare all’iperpigmentazione delle cicatrici.
Altri studi hanno anche scoperto che l’esposizione prolungata alla luce solare durante la fase di guarigione delle ferite tra i pazienti con cicatrici chirurgiche può aumentare significativamente il rischio di pigmentazione della cicatrice. Dunque questi risultati indicano che la riduzione dell’esposizione alla luce solare può prevenire l’iperpigmentazione della ferita in via di guarigione.
Con questi studi si può concludere che l’abbronzatura attraverso l’esposizione al sole o l’abbronzatura spray, può influire negativamente sull’aspetto delle cicatrici chirurgiche e dovrebbe essere evitata.
Come prendere il sole dopo la chirurgia estetica
Dunque, dopo qualsiasi procedura cosmetica, è assolutamente fondamentale proteggere le ferite in via di guarigione dagli effetti dannosi del sole e dei lettini abbronzanti. Ecco alcune strategie di auto-aiuto che possono essere utilizzate durante il periodo di recupero per prevenire l’iperpigmentazione delle cicatrici chirurgiche:
- Non uscire durante il giorno se non necessario.
- Indossare indumenti protettivi che impediscono l’esposizione della ferita chirurgica
- Usare filtri solari con SPF 30 o superiore. I filtri solari con SPF 30 o superiore possono bloccare il 97% dei raggi ultravioletti del sole.
- Non utilizzare mai l’abbronzante spray sulle linee di incisione chirurgica.
- Non utilizzare lettini abbronzanti che non solo causano l’iperpigmentazione delle cicatrici chirurgiche, ma danneggiano anche le cellule della pelle, provocando segni visibili di invecchiamento cutaneo. Inoltre, l’uso dei lettini abbronzanti è associato a un rischio maggiore di cancro della pelle.
Come nascono le cicatrici
Ricordiamoci, poi, che le cicatrici sono una parte naturale del processo di rigenerazione del corpo e che le fasi del processo di guarigione della ferita sono diverse. Nella fase infiammatoria – quando lo strato profondo e spesso della pelle noto come derma è danneggiato – il corpo segnala ai vasi sanguigni nella ferita di contrarsi e stimola la formazione di un coagulo di sangue. Una volta che l’emorragia si è fermata, i vasi sanguigni si allargano per consentire ai globuli bianchi di combattere le infezioni.
Di conseguenza, l’area della ferita inizia a diventare rossa, gonfia, calda e dolorosa. Dopo alcuni giorni, sulla parte lesa si forma una crosta marrone e secca per proteggere la ferita.
Nella fase di proliferazione il tessuto granulare composto da collagene – la principale proteina strutturale della pelle – migra nel sito della ferita e riempie gli spazi. Inoltre, nel tessuto di nuova costruzione, si formano anche nuovi vasi sanguigni che a loro volta forniscono ossigeno e sostanze nutritive alle cellule ed eliminano i prodotti di scarto dai tessuti curativi. La ferita inizia a chiudersi e i bordi vengono gradualmente uniti riducendo la ferita. E infine la fase di maturazione. Dopo alcune settimane, i vasi sanguigni che non sono necessari al corpo iniziano a diradarsi e vengono sostituiti da un nuovo e più forte tipo di collagene. La ferita continua a contrarsi e l’area danneggiata viene sigillata in modo permanente con tessuto cicatriziale di collagene. L’area diventa quindi ruvida e leggermente rialzata.
Bibliografia e fonti
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